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Il governo francese continua a tacere mentre una guida raeliana giunge al 14° giorno di sciopero della fame


05 mag, 2011
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LONDRA, 4 maggio - Secondo una dichiarazione rilasciata questa mattina dal Movimento Raeliano Internazionale (MRI), nella citta di Metz, il responsabile francese del MRI è giunto al 14° giorno di sciopero della fame in segno di protesta.

21 Kimbangu
LONDRA, 4 maggio - Secondo una dichiarazione rilasciata questa mattina dal Movimento Raeliano Internazionale (MRI), nella citta di Metz, il responsabile francese del MRI è giunto al 14° giorno di sciopero della fame in segno di protesta.

Per anni Kimbangu Piffer ha avuto accesso, in ambito lavorativo, a luoghi sensibili, ma 6 anni fa gli venne brutalmente comunicato che non avrebbe più potuto lavorare presso l'impianto nucleare di Cattenom. Egli chiese immediatamente alle autorità francesi perché, all'improvviso, la sua presenza non fosse più gradita. Ad oggi non ha ancora ricevuto alcuna risposta.

"Questa situazione evidenzia la pericolosa mancanza di rispetto che i membri delle minoranze religiose sono costretti a subire in Francia", ha dichiarato Brigitte Boisselier, Ph.D., portavoce del MRI. "Nessuno all'interno del governo ha avuto il coraggio di spiegare a Kimbangu Piffer perchè all'improvviso sia diventato persona sgradita nel proprio Paese. Probabilmente sono troppo spaventati all'idea di subire una condanna dalla comunità internazionale per ammettere che egli viene respinto a causa della sua religione, poiché si tratta di una evidente violazione dei diritti umani".

Sottolineando l'urgenza della situazione, Brigitte Boisselier ha chiesto alla comunità internazionale di salvare il leader raeliano.

"Kimbangu Piffer, il raeliano francese oggi al suo 14° giorno di sciopero della fame, non desisterà dalla sua azione, poiché la sua vita, e quella di tutti i raeliani francesi, sono diventate ormai un inferno", ha commentato Brigitte Boisselier. "Lo conosco personalmente. Ha raggiunto il limite della sopportazione umana in fatto d'insulti. Non lascerà che la sua religione e i suoi compagni raeliani vengano insultati dal governo francese. So che si lascerà morire se le autorità non riconosceranno che hanno commesso un grave errore a negargli l'accesso all'impianto nucleare".

Nel corso dell'ultima settimana, molti raeliani in diversi Paesi hanno pensato di recarsi presso le ambasciate francesi per esprimere la propria preoccupazione circa lo stato di salute e la sicurezza di Kimbangu Piffer e degli altri raeliani francesi.

"Per 20 anni, l'opinione pubblica è stata manipolata dal governo francese e dagli organi d'informazione affinché credesse che ci sono più di 150 organizzazioni religiose o filosofiche pericolose nel Paese, incluso il Movimento Raeliano", ha dichiarato Brigitte Boisselier. "Ma mai nessuna prova è stata presentata che possa dimostrare questo pericolo, e mai nessun reato è stato denunciato. Tuttavia, rimane l'etichetta negativa, che crea paura e diffidenza tra i cittadini e frustrazione tra i raeliani, che ne hanno ormai abbastanza".

"Molti Raeliani, inclusa io stessa, hanno già lasciato la Francia per poter vivere liberamente la propria religione", ha aggiunto Brigitte Boisselier. "Ma Kimbangu Piffer ha scelto di restare e di combattere perché il suo Paese si ricordi cosa significhi la parola Diritti Umani. Egli ha detto che per farlo è pronto anche a morire. Spero quindi dal più profondo del mio cuore che il governo francese la smetta d'ignorare questa situazione e riconosca a Kimbangu Piffer quanto da lui richiesto, ovvero una risposta alla giusta domanda che pone da 6 anni: perché sono indesiderato a Cottenom?".

Per concludere, Brigitte Boisselier ha detto che più di 80.000 raeliani in tutto il mondo esprimeranno il proprio sostegno a Kimbangu Piffer di fronte alla maggior parte delle ambasciate francesi, questo fine settimana.