Decisione oltraggiosa della Commissione Europea dei Diritti dell’Uomo: i Raeliani svizzeri rispondono con una campagna di affissioni selvagge e virtuali


17 gen, 2011
 Nessuno    Politica

La Corte Europea dei diritti dell’Uomo ha dato ragione al Tribunale Federale Svizzero in un affare che lo oppone al Movimento Raeliano riguardo ad un rifiuto del permesso di affissione nei luoghi pubblici della città di Neuchatel.


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La Corte Europea dei diritti dell’Uomo ha dato ragione al Tribunale Federale Svizzero in un affare che lo oppone al Movimento Raeliano riguardo ad un rifiuto del permesso di affissione nei luoghi pubblici della città di Neuchatel. Per questa ragione i Raeliani Svizzeri hanno deciso di intensificare la loro campagna di affissione in modo selvaggio e virtuale, al fine di informare la popolazione svizzera del reale pericolo che corre.
« È preoccupante constatare che, per la Corte Europea, è del tutto normale che un governo rifiuti ad un’associazione del tutto legittima di esprimersi negli spazi pubblici previsti a questo scopo » dichiara Brigitte Boisselier, portavoce del Movimento Raeliano Internazionale. « Non può esistere una contraddizione più evidente nei confronti degli articoli 10 e 18 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo, ed il pubblico europeo deve esserne informato »
Cinque giudici su sette hanno dato ragione al Governo Svizzero, ma due giudici hanno sottolineato che “il manifesto in questione è in sé litigioso ma non contiene nulla di illecito, né che possa scioccare il pubblico” , che “l’associazione richiedente non è interdetta e che essa esiste in Svizzera dal 1977”, e che “un’associazione è un’entità giuridica che, quando funziona in modo legittimo in una società, ha di solito la possibilità di diffondere liberamente le proprie idee ed opinioni e di raggiungere i propri obiettivi senza ostacoli, attraverso i mezzi che la società offre a tutti i propri membri”. Il sistema giuridico di uno stato può naturalmente rifiutare la creazione di un’associazione se ritiene che questa violi i valori morali, politici, o di altra natura, della società che rappresenta. Tuttavia a partire dal momento in cui lo Stato ammette gli obiettivi di un’associazione, si può supporre che quest’associazione debba essere libera di propagare nella società in cui opera, le idee direttrici che emanano dagli scopi e dagli obiettivi del suo statuto


« E’ davvero edificante notare che soltanto 2 giudici su 7, al livello più alto delle istituzioni europee, riconoscono l’ipocrisia dei giudizi emessi dai diversi tribunali che noi abbiamo sollecitato» aggiunge Brigitte Boisselier. «O le idee che il Movimento Raeliano porta avanti sono contrarie ai Diritti dell’Uomo, ed in questo caso l’associazione svizzera verrebbe smantellata, o esse sono perfettamente accettabili e rispettose dei Diritti dell’Uomo, e in questo caso devono essere accolte in ogni spazio pubblico. Non si può invece accettare la dicotomia applicata dalle autorità svizzere».
Rael, leader del Movimento Raeliano Internazionale, ha ormai da molto tempo chiesto che tutti gli scritti religiosi esistenti al mondo, compresi quelli del Movimento Raeliano, vengano esaminati da una commissione indipendente dei Diritti Umani, affinché tutti gli elementi che non rispettino la Convenzione vengano immediatamente eliminati. «Il rifiuto di affissione è stato motivato da un esame della nostra filosofia come è percepita dal pubblico senza un esame dei nostri scritti» commenta Brigitte Boisselier.

«Le accuse menzognere di pedofilia e di derive sessuali vendute dai media, vengono riprese nel giudizio senza esame contraddittorio, mentre lo stesso Rael ha più volte condannato la pedofilia qualificandola come una malattia mentale, e la cosa è facilmente verificabile sui nostri siti internet. Come ci può venire negato il diritto d’affissione, quando il Movimento Raeliano non commette alcun atto criminale, mentre vengono accettati i manifesti delle associazioni cattoliche che contano un numero inquietante di pedofili nelle loro gerarchie e che proteggono e perpetuano dei veri e propri genocidi proibendo l’uso del preservativo? Se il rifiuto è basato sul fatto che accettare un manifesto significa accettare i fondamenti della filosofia dell’associazione in oggetto, ciò significa che la città di Neuchatel garantisce i crimini pedofili dei preti cattolici che provengono direttamente dall’applicazione della loro filosofia? La discriminazione e l’ipocrisia balzano agli occhi del lettore imparziale. Questo giudizio rimarrà impresso come una macchia indelebile nella storia dei Diritti dell’Uomo».