Europa

Commovente vittoria del leader raeliano francese: dopo 15 giorni di sciopero della fame il governo francese ammette la discriminazione a causa della sua Religione


10 mag, 2011
 Nessuno    Europa


LAS VEGAS, 6 maggio - Dopo 15 giorni di sciopero della fame nella citta francese di Metz, Kimbangu Piffer, leader del Movimento Raeliano in Francia, ha finalmente ricevuto una spiegazione dal governo francese sul perchè non potesse più accedere dal 2006 all'impianto nucleare di Cattenom, quando fino ad allora e per dieci anni vi aveva prestato regolare servizio lavorativo.

Kimbangu Avril2011

LAS VEGAS, 6 maggio - Dopo 15 giorni di sciopero della fame nella citta francese di Metz, Kimbangu Piffer, leader del Movimento Raeliano in Francia, ha finalmente ricevuto una spiegazione dal governo francese sul perchè non potesse più accedere dal 2006 all'impianto nucleare di Cattenom, quando fino ad allora e per dieci anni vi aveva prestato regolare servizio lavorativo.

Lo scorso giovedì, un rappresentante del governo ha incontrato il sig. Piffer nella sua città e gli ha rivelato che il motivo per il quale gli fu proibito l'accesso era legato alle sue convinzioni religiose. Il sig. Piffer ha avuto anche modo di prendere visione del documento riguardante il suo caso.

Nel 2006, egli ricevette una comunicazione da parte delle autorità del governo francese nella quale si leggeva che, da quel momento, non avrebbe più potuto accedere all'impianto. All'epoca, non avendo ricevuto alcuna spiegazione, il sig. Piffer inoltrò numerose richieste alle autorità francesi chiedendo la ragione di questo improvviso provvedimento. Nel luglio del 2010, il sig. Piffer fu nuovamente riammesso presso l'impianto, ma non gli fu mai spiegato il perchè del suo allontanamento. In effetti, non ha mai ricevuto la benchè minima risposta. Fino ad oggi.

Secondo il documento consegnatogli questa settimana, "la decisione di negargli l'accesso all'impianto di Cattenom è stata presa perchè il sig Piffer era conosciuto dai servizi di sicurezza come un importante leader della Chiesa Raeliana e molto vicino al guru Rael". Nel documento si legge anche che "questi elementi sono indicatori di vulnerabilità, definita come fragilità che riduce l'affidabilità di una persona e la sua capacità di proteggersi da intelligenza e malevolenza che potrebbero generare pressioni di varia natura ".

"Grazie alla determinazione di Kimbangu Piffer, ora abbiamo la prova scritta che il governo francese discrimina i membri del Movimento Raeliano", ha dichiarato Brigitte Boisselier, PhD e portavoce del Movimento Raeliano, in una nota ufficiale rilasciata oggi. "Ritirarono il provvedimento dopo che La Halde, un'organizzazione francese per il rispetto dei diritti umani, avvisò le autorità francesi che la loro decisione violava gli articoli 9 e 14 della Convenzione Europea per i Diritti Umani e delle Liberà Fondamentali, ed era anche contraria al principio di libertà di coscienza. Il governo cercò d'insabbiare il caso rifiutandosi di rispondere alle richieste del sig. Piffer, ma la sua determinazione è stata più forte della loro codardia. Ora, grazie a questo documento che conferma l'esplicita discriminazione religiosa subita, denunceremo il governo francese presso la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo".

Brigitte Boisselier ha poi aggiunto: "Questa è un'importante vittoria per i Raeliani francesi. Negli ultimi 20 anni hanno sofferto di ripetuti atti discriminatori che hanno costretto molti di loro a lasciare il Paese. Il fatto che il governo francese ammetta di aver agito contro i diritti umani, potrebbe essere il preludio ad un trattamento più equo in futuro. E' un primo passo che i Raeliani francesi saranno felici di festeggiare, mentre il governo francese può star certo che il loro leader sarà pronto a ricordargli cosa sono i diritti umani ogni volta che sarà necessario. Se c'è qualcuno di 'vulnerabile', questo è chiaramente il governo francese; la sua politica contro le minoranze è talmente in disaccordo con la sua stessa costituzione e con quella europea, che certamente non potrà continuare con i suoi atti discriminatori".

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