Vi ricorderete sicuramente della vicenda di Max Mosley, presidente della FIA (Federazione Internazionale Automobilismo), il quale recentemente ha denunciato con successo un tabloid inglese per aver pubblicato delle foto relative alla sua vita privata.
Vi ricorderete sicuramente della vicenda di Max Mosley, presidente della FIA (Federazione Internazionale Automobilismo), il quale recentemente ha denunciato con successo un tabloid inglese per aver pubblicato delle foto relative alla sua vita privata. La corte ha ordinato al “News of the world” di pagare a Mosley circa 120.000 dollari americani, sentenziando che il metodo utilizzato per filmarlo è stata un’invasione illegale della sua vita privata.
Il giornale ha cercato di vendicarsi citando il suo stile di vita e dichiarando che Mosley era una specie di simpatizzante Nazista, solo perché vestiva in maniera particolare ad una festa privata.
Sapete… pettegolezzi da rivista.
Qui potete leggere la storia originale che contiene anche i commenti completi del procuratore di Mosley:
(http://raelianews.org/comment.php?comment.news.313)
Dopo la vittoria ottenuta in tribunale, Max si sta spingendo oltre, cercando di cambiare le leggi sulla privacy nel Regno Unito.
I suoi avvocati confermano anche che Max ha avanzato un’istanza alla Corte Europea dei Diritti Umani, con la speranza che le leggi sulla privacy saranno cambiate.
La dichiarazione completa rilasciata dagli avvocati di Mosley, (che potete trovare su
www.autosport.com) non solo mostra che il giornale si è comportato come ogni altro organo di stampa che agisce secondo il criterio della “libertà senza responsabilità”, ma che sapevano bene ciò che stavano facendo quando non informarono Mosley circa l'imminente realizzazione del loro articolo e del video sulla sua vita privata.
L’editore del “News of the world” ha candidamente ammesso in tribunale di non aver informato Mosley perché non volevano che lui avesse la possibilità di andare dal giudice per ottenere un'ingiunzione che impedisse la pubblicazione del servizio.
Rael ha così commentato: “Questo è un impegno molto importante che dovrebbe essere rispettato da tutti i media in tutti i Paesi: informare le persone di cui scriveranno prima della pubblicazione dell'articolo, al fine di dar loro la possibilità di ottenere un’ingiunzione da parte del giudice per impedirne la pubblicazione. Questo è estremamente importante, perché anche se la vittima vincesse in tribunale e riuscisse ad ottenere dei risarcimenti dalle compagnie “Mediashit” (che sono assolutamente dappertutto), il danno morale e la perdita di reputazione sarebbero ormai cosa fatta, dal momento che le bugie dei media rimangono per sempre nella mente delle persone, avvelenando così l’opinione pubblica condizionata da questi bugiardi”.
Che riguardi Max Mosley, il gruppo dei Mormoni a cui quest'anno sono stati sottratti i propri figli, le bugie dette sulle celebrità o quelle diffuse dai media sui Raeliani, in ogni caso esse provocano una gran difficoltà personale a migliaia di persone al solo scopo di vendere più giornali o avere un maggiore picco di ascolti al TG delle 6. Il punto è che una volta che i media diffondono la loro bugia, il danno è fatto!
Allo stesso modo, come avete potuto leggere su questo sito qualche mese fa, il Movimento Raeliano ha intrapreso un’azione legale contro due uomini che hanno estrapolato diverse bufale da svariati giornali, aggiunto ulteriori menzogne e scritto cose terribili su di noi.
Questo è il più classico dei metodi usati: una diceria inizia a diffondersi e la gente vi aggiunge qualcosa ogni volta che la ripete, fino a quando è impossibile porre rimedio ai danni.
Uno dei due uomini citati nella causa è volato fino in Egitto per cercare di sfuggire al giudizio. Lui se n’è andato, ma il danno è fatto! Speriamo però che sia fatta quanto più possibile giustizia in tribunale con il suo complice… che se n’è rimasto in disparte con le mani in mano, mentendo ed asserendo ai giudici di non centrare nulla – mentre abbiamo invece delle sue confessioni firmate, un contratto firmato, molti testimoni e la sua testimonianza su Fox News circa la sua colpevolezza – ed almeno dieci ulteriori prove che confermano come egli sia responsabile di ciò che noi asseriamo abbia fatto.
Il suo nome è Joseph McGowan di Indianapolis, Indiana, e ci auguriamo che nessun altro sia coinvolto insieme a lui.
E non dimenticate che nel primo articolo che abbiamo pubblicato circa la vittoria in tribunale del sig. Mosley, abbiamo anche menzionato un sito Internet fondato recentemente da Rael ed i cui obiettivi sono quelli di denunciare i modi con cui i media manipolano i lettori/spettatori.
Il sito sta appena partendo e presto avrà un nuovo formato. Potete farvene un’idea visitando la pagina web:
www.mediashit.org.