Chiesa e abusi sessuali, il Movimento Raeliano denuncia: “Le scuse non bastano.
Chiesa e abusi sessuali, il Movimento Raeliano denuncia: “Le scuse non bastano. Se davvero la Chiesa vuole estirpare la pedofilia al suo interno, deve abolire il celibato ecclesiastico obbligatorio e incoraggiare il suo clero a vivere la propria sessualità”.
Nonostante il consenso che hanno suscitato le parole di perdono pronunciate da papa Francesco durante l’omelia di lunedì 7 luglio in merito ai numerosi casi di abusi sessuali perpetrati dal clero cattolico, il Movimento Raeliano Italiano esprime profonda preoccupazione per la vicenda e lancia un monito sulla possibilità del ripetersi di tali fatti, se ci si accontenta di una soluzione di facciata che non osa andare alla radice del problema.
“La pedofilia è una malattia mentale, uno squilibrio, che la società deve combattere in quanto pericoloso per lo sviluppo e l'equilibrio dei bambini che ne sono vittime”, dichiara Rael - fondatore e leader spirituale del Movimento Raeliano Internazionale - sulle pagine del sito di Nopedo, l’associazione da lui stesso fondata in tempi non sospetti per denunciare gli abusi sessuali sui minori compiuti dalla Chiesa cattolica (www.nopedo.org). Questo suo punto di vista, è oggi unanimemente condiviso dalla moderna psicologia e sessuologia.
Ma quale sarebbe la causa principale all’origine di questo grave squilibro mentale?
“Si tratta dell’obbligo da parte del clero di osservare il celibato e la conseguente impossibilità di vivere una naturale vita sessuale”, ha spiegato Marco Franceschini, responsabile per l'Italia del Movimento Raeliano. “Va bene istituire osservatori di vigilanza o commissioni per la tutela dei minori, come voluto dal Papa cattolico, ma la cosa più urgente è restituire al clero il diritto alla propria sessualità, vissuta fra adulti consenzienti e in armonia con i gusti e le tendenze di ognuno”.
Si tratta giustamente di “restituire” ai sacerdoti una vita affettiva e sessuale, in quanto l’imposizione del celibato è una questione relativamente recente nella dottrina della chiesa cattolica. È solo con il Concilio di Trento del XVI secolo che questa pratica divenne parte integrante della vita degli ecclesiastici. Prima di allora, si ha notizia di diversi Papi che furono sposati ed ebbero anche dei figli. Gli stessi apostoli erano per la maggior parte sposati ed è risaputo che lo stesso Gesù non predicò mai il celibato, cosa che a molti fa dubitare che lo praticasse.
“Suggeriamo pertanto papa Francesco a rivedere prioritariamente la posizione della Chiesa nei confronti del celibato del clero, ma soprattutto nei confronti della libera sessualità”, afferma Franceschini. “Questa sarebbe l'unica azione efficace in grado di risolvere il problema alla radice e far sì che questi crimini abominevoli non si ripetano più in futuro. Attualmente, questo rischio resta molto elevato e la richiesta di perdono da parte del Papa non può ritenersi assolutamente sufficiente”.
Il Movimento Raeliano Italiano è lieto d’invitare preti e sacerdoti cattolici che vogliono prevenire l’insorgenza di questi pericolosi squilibri mentali a frequentare i corsi della prossima Università Raeliana della Felicità, che si terrà in Croazia dal 3 al 9 agosto (http://www.happinessacademy-europe.org/). Qui, alla presenza di docenti qualificati, potranno ricevere gli insegnamenti necessari per liberarsi dei tabù sessuali che sono loro stati imposti e ritrovare così il piacere di gioire dell’interezza del proprio corpo, senza paure o sensi di colpa.