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Elohimizzazione: 130 scienziati e funzionari s’incontrano per discutere della creazione di un genoma totalmente sintetico


16 giu, 2016
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L’incontro della settimana scorsa a Harvard tra oltre 130 scienziati, avvocati, imprenditori e funzionari governativi dai 5 continenti per discutere il tema della creazione di un genoma sintetico sarà la più importante “notizia raeliana” del mese.

L’incontro della settimana scorsa a Harvard tra oltre 130 scienziati, avvocati, imprenditori e funzionari governativi dai 5 continenti per discutere il tema della creazione di un genoma sintetico sarà la più importante “notizia raeliana” del mese.

Quando Maitreya Rael, fondatore e leader spirituale del Movimento Raeliano, introdusse nel 1973 l'idea che ogni forma di vita sulla Terra fosse stata progettata da scienziati che crearono dei modelli di genoma totalmente unici e sintetici, la maggior parte degli scienziati liquidò le sue affermazioni come pura fantascienza. Quarantatré anni più tardi, scienziati, uomini d’affari e funzionari di governo decidono d’incontrarsi e di discutere in merito alla possibile creazione di genomi umani.

Non stanno ancora valutando la possibilità che il nostro genoma sia stato progettato in modo totalmente sintetico, ma dovrebbe essere chiaro. Se possiamo immaginare di creare un genoma del tutto sintetico, sarebbe poi naturale pensare che anche il nostro possa essere stato progettato allo stesso modo. La prossima domanda che ci porremmo sarebbe “da chi?” e ovviamente la risposta sarebbe “da scienziati molto progrediti”.

La domanda successiva sarebbe “da dove verrebbero?”.
Quarantatré anni fa, gli scienziati affermavano che ci sono milioni di stelle nella Via Lattea, ma non pianeti. L'esistenza di pianeti era una mera congettura e nessuno scienziato che avesse a cuore la propria carriera avrebbe mai avuto il coraggio di difendere la possibilità dell’esistenza di un’infinità di sistemi stellari simili al nostro. Quarantatré anni fa, la maggior parte degli scienziati credeva che la nostra esistenza fosse il risultato di miliardi di mutazioni congeniali alla sopravvivenza che condussero alla formazione del nostro straordinariamente complesso ecosistema, e le probabilità di trovare un altro ecosistema che si fosse sviluppato altrove in modo tanto fortuito erano ancora più basse rispetto a quanto si presumeva fosse accaduto sulla Terra.

Il dogma scientifico ufficiale affermava che eravamo probabilmente gli unici esseri umani viventi nella galassia e probabilmente in tutto l’universo, considerato limitato ed in continua espansione. Una visione molto egocentrica, simile a quella che in passato ci ha portato a credere che il Sole ruotasse intorno alla Terra. Il primo pianeta al di fuori del nostro sistema solare fu segnalato nel 1997. Nel 2014, ne furono ufficialmente rilevati nella nostra galassia millesettecento. Pochi giorni fa, la missione Kepler ha registrato la presenza di milleduecentottantaquattro pianeti in più e la NASA ora conta ventuno esopianeti che sono classificati come “abitabili”.

Le stelle non sono più osservate come tali, ma vengono considerate come potenziali sistemi planetari, con pianeti potenzialmente abitabili. Il numero di scienziati che pensano che “abitabili” possa anche significare “abitato” è in continua crescita. Allo stesso modo, sono sempre più numerosi coloro che tra essi affermano che l'universo potrebbe essere infinito e che l'evento indicato come “Big Bang” possa trattarsi in realtà di un episodio locale verificatosi all’interno di un universo infinito, in cui vengono creati “Big Bang” e nuovi ammassi di galassie ogni giorno, ogni secondo, un numero infinito di volte.

Ma questo è un altro discorso.
La possibilità che degli esseri umani provenienti da un altro pianeta ci abbiano creato non è più fantascienza. È scientificamente accettabile pensare che la vita esista su altri pianeti e che alcuni di questi esseri viventi siano in grado di progettare nuovi DNA e creare altre forme di vita.

Questi scienziati probabilmente ebbero incontri con imprenditori, membri di comitati etici e funzionari di governo prima di creare nuove e semplici forme di vita. Le loro creazioni divennero tanto elaborate da allarmare i comitati di etica, al punto tale da decidere di trasferire i propri laboratori su uno dei “pianeti extrasolari abitabili” che avevano scoperto. Si divertirono a creare forme e funzioni sempre più diverse tanto che, spontaneamente, giunsero a creare un essere umano “a loro immagine”.

Questa visione del nostro passato è coerente con i molteplici resoconti della creazione della vita che ritroviamo in ogni continente ad opera di quelle divinità che, in realtà, erano solo degli scienziati molto evoluti. Il concetto di un unico dio creatore è piuttosto recente e anche la Bibbia usa un termine plurale (Elohim) per fare riferimento a colui/coloro che hanno creato la vita.

Ciò spiega il motivo per cui tutte le forme di vita posseggono le stesse identiche sequenze nel loro DNA: perché il codice del DNA è un linguaggio di creazione ed esso è stato utilizzato per tutte le forme di vita sulla Terra. In futuro, i nostri scienziati potrebbero scegliere di utilizzare per le loro creazioni un codice del DNA che utilizzi delle basi differenti. In tal modo, userebbero delle sequenze di codice già esistenti nelle loro creazioni precedenti e le includerebbero nelle successive, senza aver bisogno d’inventare ancora di sana pianta le sequenze di codice che già sanno codificherebbero delle specifiche funzioni. È per questo che le stesse sequenze di DNA possono trovarsi sia nelle scimmie che nell'uomo.

Ciò non significa che le scimmie si siano evolute e abbiano subito milioni di mutazioni che le abbiano portate a tramutarsi in homo sapiens. È molto più facile immaginare degli scienziati che progettino prima le scimmie e poi gli esseri umani, usando la conoscenza accumulata per migliorare la propria creazione. Gli anelli mancanti all’interno della teoria dell'evoluzione continueranno a mancare anche in futuro, per il semplice fatto che non erano necessari.

La vita sulla Terra è ciò che possiamo davvero chiamare un Progetto Intelligente in cui i progettisti sono gli Elohim della Bibbia, una civiltà extraterrestre che vorrebbe tornare sulla Terra e stabilire un contatto ufficiale.

I nostri scienziati stanno diventando dei creatori, stanno eguagliandosi agli Elohim, come ha dichiarato il Maitreya Rael quando ha letto dell’incontro tra gli scienziati e i funzionari a Harvard: “Ecco l'inizio dell’Elohimizzazione”.
Uno dei principi della filosofia raeliana è che la vita è sempre esistita e sempre esisterà in un universo infinito. Nel ciclo infinito della vita, un incontro tra centotrenta individui a Harvard è da considerarsi una pietra miliare nel percorso inevitabile che condurrà il creato a diventare creatore. E avranno sicuramente successo, a patto che alcuni dei loro colleghi non prendano decisioni tali da condurci alla distruzione. Ma questa è un'altra storia.