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Eyal Sivan Honorary Guide Onoraria


27 feb, 2007
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Eyal Sivan, direttore del Film "Route 181: frammenti di un viaggio tra Israele e Palestina" è stato insignito da Rael, questa settimana, del titolo di Guida onoraria del Movimento Raeliano.

Eyal Sivan Tumb Eyal Sivan, direttore del Film "Route 181: frammenti di un viaggio tra Israele e Palestina" è stato insignito da Rael, questa settimana, del titolo di Guida onoraria del Movimento Raeliano. Il suo film, che racconta la storia di una moltitudine di persone che vivono lungo la linea di confine tracciata nel 1947, ha catturato i frammenti di una terra tartassata dalla politica, dalla storia e dal colonialismo. Egli ha descritto la linea che separa la terra e quella che separa gli esseri umani che l'abitano, soffermandosi in particolar modo sul profondo odio razziale che gli Israeliani nutrono nei confronti dei Palestinesi, sentimento però non ricambiato. Infatti, nessuno del Palestinesi protagonisti del film mostra di risentire lo stesso rancore manifestato da molti degli Israeliani intervistati. Ognuno di loro ricorda il tempo in cui Ebrei, Cristiani e Musulmani vivevano insieme ed armoniosamente, senza che la religione fosse un problema. Eyal Sivan mostra chiaramente di preferire che Israeliani e Paelstinesi vivano insieme piuttosto che separatamente, e sottolinea come gli Israeliani che danno la priorità alla creazione di uno stato puramente ebraico invece che alla coesistenza con i Palestinesi rappresentino un ostacolo al processo di pace, ed il film mette in evidenza questi atteggiamenti in maniera davvero egregia.
Dopo Tali Fahima, la pacifista israeliana che ha trascorso due anni in una prigione del suo paese per aver aiutato Zakaria Zubeidi, uno dei terroristi più ricercati dei territori della West Bank, è un altro attivista israeliano che aiuta i Palestinesi a ricevere il titolo di Guida per l'Umanità. Gia da tempo, RAEL sta sollecitando la comparsa di un Gandhi israeliano. Un leader assolutamente non violento è indispensabile in quella parte di mondo dove coloro che ci crearono, gli Elohim, hanno chiesto di essere accolti in un Ambasciata costruita all'interno di una zona demilitarizzata. Un primo passo, ancor prima di soddisfare una qualunque di queste richieste, sarebbe certamente quello di porre fine ai conflitti locali e permettere che Ebrei e Palestinesi vivano, di nuovo, armoniosamente insieme.