Sean Penn nominato Guida Onoraria del Movimento Raeliano


25 apr, 2007
 Nessuno    Mondo

Fin dall’inizio, l’attore e regista Sean Penn ha denunciato la guerra in Afghanistan e in Iraq organizzata da Bush e dai suoi finanziatori.


Sean Penn Fin dall’inizio, l’attore e regista Sean Penn ha denunciato la guerra in Afghanistan e in Iraq organizzata da Bush e dai suoi finanziatori. Fin dall'inizio, sta chiedendo di far cessare ogni violenza!

In occasione del 4° anniversario dell’invasione dell’Iraq, l’attore e regista ha letto un testo che è stato pubblicato anche sulle pagine del Washington Post. Lo riportiamo integralmente qui di seguito con grande piacere. Potrette leggervi parole simili a quelle pronunciate dal Nostro Amatissimo Profeta in questi ultimi 4 anni. Per il suo sostegno assoluto alla non-violenza e al rispetto di ogni essere umano, Rael ha nominato Sean Penn “Guida Onoraria per l’Umanità”.

Ecco il testo di Sean Penn:

“Quattro anni e mezzo fa, mi espressi sul tema della guerra in una lettera aperta indirizzata al nostro Presidente. Oggi, vorrei di nuovo rivolgermi a lui, direttamente. Sig. Presidente, Sig. Cheney, Sig.ra Rice: l’America ha una ricca storia di grandezza, l’America è ancor oggi una devastante superpotenza militare.
E, dal momento che....
siamo in assenza di un Congresso competente e coraggioso, e di cittadini che si mobilitano, e che quindi quel potere è nelle vostre mani, siete voi ad averne abusato facendolo diventare il piu’ devastante nemico del nostro Paese e della nostra Costituzione. Voi avete distrutto il nostro paese ed i nostri cuori. Il sangue con cui avete bagnato le vostre mani, e di conseguenza le nostre, sta affogando la libertà, la sicurezza ed il sogno che l’America sarebbe stata, una volta guarita e risvegliata dalla tragedia dell’11 Settembre 2001.

Oggi veniamo incoraggiati ad auto-censurare qualsiasi parola che potrebbe essere percepita come una provocazione, se la nostra opinione è che questa guerra debba oggi cessare. Ci ammonite puntando il dito su di noi e dicendoci di "sostenere le nostre truppe". Bene, voi ed i vostri viscidi esperti, che si lavano nell’acqua putrida della vostra biancheria sporca e insanguinata, potete prendere questa stronzata e ficcarvela dove sapete. Non ci fregherete più. Diciamo le cose come stanno. Noi sosteniamo le nostre truppe mentre voi sfruttate loro e le loro famiglie. Ecco il verdetto. Voi avete mentito, cospirato e sfruttato i vostri concittadini e soprattutto le nostre truppe.

Lei Sig Bush e Sig Cheney, lei Sig.ra Rice, siete delle persone vergognosamente e criminalmente oscene, degli esseri umani osceni, incompetenti anche nel realizzare i vostri stessi impegni, mentre siete così tragicamente incuranti dei nostri e di quelli del nostro paese. E ho una domanda per le vostre figlie, Sig. Bush. Non sono più delle bambine. Esse approvano la sua politica in Iraq? Se lo fanno, come osano non vestire l'uniforme, mentre i ragazzi dei poveri, dei neri, dei bianchi, degli asiatici, degli ispanici e tutti gli altri lavoratori e lavoratrici d'America vengono macellati, mutilati e tornano nel proprio paese con il favore delle tenebre.

Sono stato sulle strade di Baghdad durante questa guerra, fuori della Zona Verde, senza alcuna sicurezza, e vi assicuro che è così. Ho incontrato dei bambini là. In quel paese di 25 milione di persone, questi bambini hanno sofferto in parte una vera e propria carneficina di morti civili - intorno a loro e tra loro - per un totale di persone uccise pari a duecento volte quelle decedute l’11 Settembre, in appena quattro anni di guerra. Duecento volte l’11 Settembre. Duecento volte l’11 Settembre.

Vuole ora agitare le sciabole contro l'Iran? Mi permetta di dirle qualcosa a proposito dell'Iran, perché io ci sono stato, mentre lei no. L'Iran è un grande paese. Un grande paese. Ha i suoi fanatici? Può scommetterci. Proprio come gli Stati Uniti hanno i loro. Ha un regime corrotto? Può scommetterci. Proprio come gli Stati Uniti hanno il loro. Vuole l'arma nucleare? Può darsi. E noi ne abbiamo? Può scommetterci. Ma il popolo dell'Iran è un grande popolo. E se noi lo attacchiamo, diamo a quella leadership corrotta l'opportunità di unificare quel grande paese nell'odio contro noi. Rinunceremo allora ad uno dei nostri più promettenti alleati per il futuro. Se davvero conosce qualcosa dell'Iran, sa esattamente di cosa sto parlando. Naturalmente la sua amministrazione sminuisce quel potenziale diplomatico, così come quelle opzioni che si poggiano su una credibilità e un'influenza geopolitica a cui lei ha aggressivamente rinunciato in ogni parte del mondo.

A proposito di spreco, cosa dire di circa 1 miliardo e mezzo di dollari al giorno che il nostro esercito sta spendendo per concentrarsi sull’Iraq, quando sarebbero sufficienti tre settimane di questa spesa per pagare il progetto di un visionario levy-building a New Orleans e liberare l'intero continente africano dal problema della fame e delle malattie. Per non menzionare i fondi necessari per ricostruire non solo il nostro sistema educativo e sanitario, ma anche per dare assistenza ed aiuto ai veterani di questa guerra, americani ed alleati iracheni, che hanno perso tutto.

Lei dice di aver tenuto la guerra al terrorismo lontano dalle nostre coste, rispondendo ad un atto terroristico con l’aggressione unilaterale nei confronti di un paese che era completamente estraneo al fatto. Ha detto che questa guerra sarebbe stata combattuta in Iraq o qui. Essi non sono il nostro water. Essi sono un paese di esseri umani le cui vite, una volta oppresse da Saddam, sono ora condannate ad un inferno dantesco.

Mia figlia quindicenne stava lavorando ad un esercizio di comparazione questa settimana (può chiedere a Condi cosa sia, dato che i compiti scolastici si adattano ai limiti delle sue capacità politiche). Il lavoro di mia figlia, che ha compreso la differenza tra la sostanza e la teoria, mette a confronto la forza del tribunale di giustizia di Norimberga e la strategia della verità e della riconciliazione in Sud Africa, e cito: "Quando osserviamo le differenze tra un potere ed un altro, una giustizia ed un altra, noi osserviamo la linea divisoria tra castigo e riconciliazione, tra chiusura ed apertura". Non posso certo svolgere il suo compito sulla giustizia in questa occasione ma, per arrivare al sodo, esso chiede come, quando e perchè raggiungiamo un compromesso verso la pace, puntiamo sulla guerra o cerchiamo un equilibrio tra le due cose.

Questo può evidenziare un'altro punto debole nella retorica di entrambe le parti. Ci viene detto di non partecipare alla "politica dell'attacco". Di "tenerci alla larga dal negativo"... E’ facile, Sig. Bush, quando si parla della sua amministrazione, che infatti ci lascerebbe tutti silenziosi ed impotenti. In conclusione, rivolgo le mie ultime riflessioni al coro: abbiamo fatti tutti una bella figura in occasione della recente morte dell'ex presidente Ford. Esperti e partecipanti su tutti i fronti hanno ricordato con grande trasporto il perdono che egli concesse a Richard Nixon, affermando che una nazione divisa aveva ritrovato l'unità. Ma cosa dire di quel precedente sulla deterrenza ora? Dov'è la giustizia ora? Restiamo uniti, non solo nel far cessare questa guerra, ma nel richiamare anche questa amministrazione alle sue responsabilità. Senza impeachment, la giustizia non può prevalere. Nel nostro tempo o quello dei nostri bambini. E che sia chiaro ai Democratici e Repubblicani che non abbiamo intenzione di attendere il 2008 per sentirli dire ancora "se avessi saputo quello che so ora".

Anche nel caso di una così detta vittoria, abbiamo visto ieri come la Camera dei Rappresentanti non potesse in realtà rappresentare né la coscienza né gli elettori. È una tragedia che la leadership del Partito Democratico nel Congresso rifiuti di permettere alla Camera di votare su un emendamento di Barbara Lee per un completo ed organizzato ritiro delle truppe USA dall'Iraq entro la fine di quest'anno. Le Elites hanno fatto la guerra a questa proposta e posticipato il giorno della resa dei conti, che deve compiersi il più presto possibile - un completo ritiro delle forze armate USA dall'Iraq.

Ci sono dei candidati presidenziali che comprendono tutto ciò. Abbiamo dei candidati con una coscienza. Come stanno le cose oggi, io voterò per Dennis Kucinich che ha lottato contro questa guerra fin dall'inizio. Potreste dire che Kucinich non può vincere. Bene, abbiamo un'opportunità per ristabilire la credibilità della democrazia, così come viene intesa nella maggior parte del mondo.

Possiamo licenziare il nostro attuale Presidente. Possiamo scegliere il prossimo Presidente. Voi ed io, il contadino del Wisconsin, i ragazzi di Google e Bill Gates.

Tocca a noi scegliere. Perché non scegliamo?!”.

Sean Penn